Nella fase della formazione, le attività del laboratorio di ricerca didattica, rivolte agli studenti dell'Istituto Magistrale "G. Comi" di Tricase, si sono svolte presso le aule dell'Istituto stesso. Il laboratorio ha avuto una frequenza assidua e tutti i partecipanti hanno collaborato in maniera attiva alla realizzazione del progetto. L'idea alla base del Laboratorio, era la riscoperta e la riqualificazione dell'area del basso Salento, nello specifico Tricase e Castro, comuni storicamente caratterizzati da attività rurali e marine. Con tale progetto si intendeva raccogliere materiale per approfondire le conoscenze delle tradizioni, degli usi, dei costumi e delle creazioni artistiche di questi luoghi.
Projects
Nel primo incontro, dopo la presentazione dei partecipanti, del tutor e degli esperti, è stato somministrato ai ragazzi un questionario per analizzare le loro conoscenze rispetto ai significati dei termini memoria, radici ed identità, le loro aspettative in merito al progetto e per accertare e valutare le risorse personali da investire nella nuova esperienza. In seguito si è chiesto ai ragazzi di ricercare attraverso testimonianze dirette, le ricette dei piatti tipici Salentini, le coltivazioni, i vecchi mestieri, i termini dialettali, i proverbi, gli aneddoti e i personaggi illustri di quei luoghi. Nei successivi incontri i ragazzi, divisi in sei gruppi, hanno catalogato il materiale raccolto.
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ll primo gruppo si è occupato di ricercare tipiche pietanze del Sud Salento e di raccoglierle in un libro di ricette. Tale raccolta è stata intitolata dai ragazzi stessi: " LI SAPORI NOSCI " e le ricette contenute sono: maranciane ripiene, mustaccioli, la murenna, ficandò, frasedde, pasticciotto leccese, cartaddate, municeddi, pittule, pampasciuni, zeppole. Il secondo gruppo ha raccolto le bibliografie di personaggi illustri come: Don Tonino Bello, Papa Galeazzo, Maria Teresa Sparascio. Il terzo gruppo si è dedicato a raccogliere e riportare in vita i vecchi mestieri come u mpaja segge, la munna, il costruttore delle pajare, l'arte di lavorare col telaio e la coltivazione della pastanaca. Il quarto gruppo ha ricercato e catalogato su una rubrica vecchi termini dialettali persi nella memoria. Il quinto gruppo, invece, ha ricercato e trascritto vecchi proverbi e aneddoti dialettali indicandone il relativo significato in italiano e riportato alla luce il vecchio calendario contadino. Il sesto gruppo è andato alla ricerca delle costruzioni tipiche del basso salento come ad esempio i muretti a secco, le pajare, i frantoi ipogei, le masserie, le pescaie.
La raccolta del materiale ha permesso ai ragazzi di approfondire la conoscenza delle attività che tradizionalmente hanno caratterizzato Tricase e Castro. I racconti, le narrazioni dei nonni, degli zii e dei conoscenti del luogo hanno messo in risalto, ancora di più, i vecchi mestieri del settore primario e i relativi prodotti che ne derivano. Il recupero delle tradizioni di un tempo, come espressioni di un passato, costituiscono il pilastro della nostra identità personale e confrontandosi con il presente si mescolano ad esso fino ad integrarsi e divenire un particolare spazio mentale e affettivo. Recuperare la storia e i vissuti passati della comunità tricasina e castrense ha consentito non solo di aumentare le proprie conoscenze, ma di arricchire la propria cultura e la propria identità. Dopo la ricerca e catalogazione del materiale raccolto, i ragazzi, divisi in due gruppi, hanno effettuato dei percorsi educativi andando a visitare i luoghi in questione e interagendo direttamente con i contadini e i pescatori.
Il primo gruppo di ragazzi ha effettuato un itinerario rurale e marino visitando i frantoi ipogei di Acquarica del Capo, Giuggianello, Uggiano la Chiesa e la splendida città di Castro andando al Centro Ittico Mare Vivo, alle Grotte, al Castello e raccogliendo le testimonianze di pescatori sulle attività marinare e sulle tecniche di pesca. Il secondo gruppo di ragazzi, invece, ha effettuato un itinerario rurale visitando la contrada "Palane" di Tricase e l'Azienda Agrituristica "Gli Ulivi" di Miggiano, dove hanno degustato prodotti tipici locali e conosciuto i sistemi di produzione e riqualificazione rurale e imprenditoriale di colture dei territori salentini, come quella delle olive.
Successivamente, nell'ultimo incontro, si è dato spazio all'ascolto e alla condivisione dei racconti dei ragazzi riguardo ai percorsi effettuati. Confrontandosi e scambiandosi informazioni e riflessioni, il gruppo dell'itinerario rurale ha sottolineato il contatto con la natura attraverso l'odore di terra, di stalla e degli animali, il gruppo dell'itinerario marinaro, invece, ha sottolineato l'odore del pesce e del mare, e la frescura delle grotte visitate. Viaggiando a ritroso, i ragazzi, si sono immersi in un passato non tanto lontano da loro ma fino a quel momento poco conosciuto, avendo così l'opportunità di comprendere quali erano i mestieri, le coltivazioni, le costruzioni tipiche che un tempo rappresentavano il cuore di Tricase e di Castro, contribuendo ad arricchire il proprio bagaglio culturale e la propria identità.
Gli allievi si sono dimostrati partecipi e attivi sia durante le lezioni in aula che nella fase di raccolta del materiale, dimostrando una buona capacità di ricerca, di selezione e di rappresentazione. Il gruppo è apparso molto motivato rispetto alle attività realizzate, esprimendo interesse ed entusiasmo per la possibilità datagli di approfondire le proprie radici culturali.
La metodologia utilizzata è stata quella della ricerca attiva per cui i ragazzi sono stati i veri protagonisti del progetto. Ciò ha permesso loro di recuperare storie, luoghi e personaggi della propria terra attraverso l'esperienza diretta o l'ascolto di testimonianze.
L'attività in gruppo ha facilitato il coinvolgimento e la libera espressione di tutti i partecipanti dando la possibilità di condividere anche le esperienze personali. Alcuni ragazzi, infatti, hanno riportato nel gruppo i racconti dei propri familiari, come F. che ha descritto ai compagni la tecnica della costruzione delle pajare, tramandatali dal nonno e dal papà, o M. che ha raccontato dell'arte della potatura delle olive, o A. che ha narrato del mestiere del 'mpaja seggie, mestiere che apparteneva al nonno e che consisteva nel riparare le sedie rotte attraverso un meticoloso lavoro. Questo ha dato la possibilità di comprendere e osservare come la storia personale e familiare di ognuno possa diventare parte integrante dell' identità del gruppo e quindi essere condivisa accettata e inserita nel proprio bagaglio culturale. Nonostante la suddivisione in gruppi non è mancata la coesione e il supporto reciproco, la collaborazione e lo scambio di informazioni tra i partecipanti dei sei gruppi. Gli allievi hanno espresso la propria soddisfazione rispetto alle attività svolte e si sono detti orgogliosi dei prodotti realizzati. I lavori che i ragazzi hanno realizzato nel corso del laboratorio, sono stati esposti nella Mostra "Testimonianze della vita contadina e marinara" che si è svolta il 26-27-28 novembre 2010 nell'Area Museale di Palazzo dei Principi Gallone di Tricase come testimonianza di una ricerca e di un percorso formativo che porta alla luce le tradizioni di un passato che ci appartiene e che va rivalorizzato. Infatti, come dice Marquez, la vita è quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla. Attraverso la riscoperta delle antiche tradizioni e mestieri, i ragazzi hanno così potuto comprendere i progressi del presente, infatti, oggi, non esiste più l'mpaja segge e la potatura delle olive viene fatta con tecniche diverse, allo stesso tempo i ragazzi, attraverso il laboratorio, hanno avuto l'opportunità di rivalorizzare il passato che, il più delle volte, rischia di cadere nel dimenticatoio.
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