I beni diffusi del paesaggio e l'elevato grado di naturalità della vegetazione spontanea del luogo sono diventati, nel progetto, catalizzatori dello sviluppo dell'economia locale dell'agricoltura e del turismo. Gli interventi finanziati hanno avuto come fulcro il recupero ambientale di un percorso ciclo-pedonale che attraversa l'area e che costeggia piccole aziende agricole, considerate il vero presidio dello spazio rurale.
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Ai proprietari dei terreni che fiancheggiano il percorso è stata affidata la manutenzione delle essenze vegetali messe a dimora e delle piccole attrezzature per la sosta disseminate lungo il percorso, costruite con il legno degli esemplari di querce Vallonee del boschetto Falanida abbattute dalla tromba d'aria del dicembre 2007.
All'interno di una delle aziende agricole dell'area è stata ricavata un'aula didattica attrezzata per incontri e proiezioni. Cartelli dalla forma di fogli di carta piegati (origami) raccontano le storie della Contrada e dei suoi abitanti, illustrano la vegetazione che la riveste, descrivono il paesaggio dell'architettura rurale. Il percorso è inoltre fiancheggiato da un "catalogo" di specie vegetali che raccoglie alcuni esemplari tipici degli habitat più interessanti per la tutela della biodiversità. Un'area, quindi, che diventa laboratorio della molteplicità degli usi dello spazio rurale: per l'acquisto di prodotti freschi o trasformati di qualità, per il tempo libero, per il turismo rurale nelle sue varie declinazioni, per il riposo e la cultura.
Nell'ambito del progetto sono stati eseguiti una serie di interventi di valorizzazione del paesaggio, dalla pulizia delle strade alla ristrutturazione dei muretti a secco. I lavori di piantumazione, a cura dell'Orto Botanico dell'Università del Salento, impreziosiscono i cigli delle vecchie vie di campagna, trasformate in comode piste ciclabili che si snodano nella campagna fra ulivi e macchia mediterranea. Il costante monitoraggio del territorio durante i mesi invernali ha permesso l'individuazione, il censimento ed il recupero di costruzioni ed elementi rurali come cisterne, "paluni", "pajare" e "liame", inserite nel paesaggio ai piedi della macchia boschiva abbarbicata sulla serra del Cianci. Infine, l'installazione di pannelli informativi e illustrativi, panchine e staccionate rendono la contrada "Palane" un modello di recupero attento e non invasivo di una zona rurale a ridosso dell'abitato.
La filosofia del progetto è volta alla rivalutazione dell'agro tricasino per consentire a cittadini ed ai turisti di godere liberamente dei tesori paesaggistici e storico-culturali che si trovano in esso. Il progetto "Contrada" promuove la formazione e lo sviluppo di un dipartimento agricolo che offra una serie di servizi strutturati e diversificati che accompagnano la produzione agricola e si rivolgono ai settori turistico, culturale, ricreativo, zootecnico, della ristorazione e della distribuzione alimentare. L'obbiettivo finale è la creazione di attività produttive eco-compatibili a vocazione agricola, che garantiscano alti livelli occupazionali.
Le attività agricole, le tipologie abitative e l'organizzazione sociale individuano nell'area-Contrada un sistema fondiario costituito dalla proprietà feudale del Principe Gallone, feudatario di Tricase e del Casale di Caprarica, formato in gran parte da macchia e zone boschive che ricoprivano superfici anche piuttosto estese, come ad esempio quella demaniale dell'Università di Tricase, costituita dalle parti rocciose e impervie della Serra di Caprarica, e quella ricadente nelle terre di proprietà ecclesiastica, inframezzata alle colture intensive ed alle costruzioni rurali.
L'area-Contrada si configura come una striscia di terra, una specie di quadrilatero delimitato a nord dalla strada che dall'abitato di Tricase conduce al Santuario Mariano della Serra, a sud-est dal rilievo roccioso della Serra di Caprarica al confine col territorio di Tiggiano, ad est dal mare Adriatico, ad ovest dalla strada che da Largo S. Angelo di Tricase conduce al vicino Casale di Caprarica del Capo. Immaginando di percorrere la via pubblica denominata "delle trappete" che comincia dietro la Chiesa di Sant'Angelo e proseguendo a scendere la via, nel luogo detto "sotto le trappete" (frantoi per la molitura delle olive) ci si muoverebbe in direzione della Serra lungo la "strada delle Plane".
L'alternanza di giardini, frutteti e vigneti predomina in tutta la zona, lungo la strada della Cappella della Madonna del Soccorso, luogo privilegiato dai pellegrini, dai pastori che menavano le greggi verso il mare e dai braccianti che andavano a giornata. La Cappella è tutt'ora posta ad un crocevia dove convergono percorsi viari che dalle campagne poste più a nord del territorio di Tricase, collegano il centro abitato, la zona del Porto di Tricase e soprattutto il Santuario della Madonna della Serra. Proseguendo ad est della Cappella, lungo la strada delle Plane che collega Tricase al Santuario della Serra, imboccando sulla destra una strada vicinale abbastanza larga, si entra nel cuore dell'area-Contrada, dove la coltura dell'olivo prevale sulle altre e le terre sono tra le più fertili dell'agro di Tricase.
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