A partire dal frantoio ipogeo di Acquarica del Capo, nel quale abbiamo assistito a uno splendido cortometraggio del regista Edoardo Winspeare, passando a quello di Uggiano la Chiesa per poi concludersi a quello di Giuggianello sono state rappresentate le tecniche di coltivazione e produzione dell'olio dei secoli passati, il contesto economico e sociale del tempo, gli antichi commerci dell'olio con i Paesi Europei che nel XVII e XVIII secolo caratterizzavano l'era.
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E' stato interessante scoprire che la storia di ogni frantoio ipogeo parte dalle leggende che attribuisce a Minerva la nascita del primo ulivo, utile all'uomo per lenire le sue ferite, illuminare la notte e dargli nutrimento.
https://www.liquilab.it/en/blog-en/projects/item/149#sigProId0b14e2a3c6
L'altra leggenda popolare narra che una volta dismesse le lavorazioni, l'antro sia diventato rifugio delle "Striare" (streghe) che nelle notti di plenilunio danzavano ininterrottamente sotto un grande albero di noce, cantando la nenia adattata nel detto popolare: "...zumpa e balla pisara, zumpa e balla forte se scappi da stu cacchiu nu essi chiu de notte sutta l'acqua e sutta u ientu, sutta u noce de u mulinu a jentu".
Spettacolarizzazione, strumentazioni visive, sonore e luminose entrano nella logica degli effetti che tanto hanno colpito i ragazzi.
Itinerari, Foremare 2010
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