museo
«cose che sembrano morte alla memoria immediata ed alla coscienza distratta, ma che invece agiscono ancora a livelli profondi, se è vero che tutto quello che gli uomini ed il mondo sono stati ci fa essere quello che siamo e progettare più o meno consapevolmente quello che il mondo sarà».
Alberto Mario Cirese
Museo Etnografico della vita popolare
«Renderemo pubblico questo dimenticato regno degli stracci, faremo conoscere a tutti le storie che si consumano senza orizzonte di memoria storica nel segreto dei focolari domestici».
Ernesto de Martino
Il Museo Etnografico della vita popolare ha origine dalle testimonianze fisiche che i cittadini hanno donato e continuano a donare nel corso degli anni dando vita a un mondo da indagare inteso come opportunità di esplorazione collettiva.
Si tratta di testimonianze materiali della civiltà contadina, marinara e di antichi mestieri che tendono ormai a scomparire o a divenire meri simboli d’arredo perdendone la storia e l’originaria funzionalità; da tali testimonianze, si attivano reti, connessioni e comunità di persone che hanno in comune l’eredità patrimoniale: tracce di umanità, di un sapere tramandato e da tramandare alle generazioni future, in modo consapevole e mediante una varietà di linguaggi creativi e tecnologici (Elisa Bonacini).
Un museo di comunità caratterizzato da una modalità narrativa che ha al centro le memorie individuali e collettive puntando a un’inclusione sociale e a un’accessibilità democratizzata, dove gli oggetti racchiudono storie e valori per la comunità che li dona, li racconta e li fruisce.
Gli oggetti, all’interno del Museo di Liquilab, non costituiscono una prova del passato bensì attivatori di narrazioni, processi di patrimonializzazione partecipata, dialoghi e scambi, nuove visioni del mondo, futuri progetti di analisi e indagine.
Alcuni esempi di questo costante rimando tra immateriale e materiale sono fruibili nella playlist “Storytelling partecipato al Museo Etnografico della vita popolare”[1] sul canale YouTube di Liquilab oppure nella piattaforma Izi.TRAVEL tra gli audio tour dedicati a “LIQUILAB – Museo Etnografico della vita popolare”[2].
Una collezione museale è stata dichiarata di interesse culturale dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi e quindi Bene Culturale tutelato e vincolato dal Ministero della Cultura (D. Lgs. 22 gennaio 2004 e s.m.i. del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”).
Call to Memories
Storytelling partecipato per il Museo Etnografico della vita popolare
Una “CALL TO MEMORIES”, emanata da Liquilab, inerente ai ricordi dei cittadini rispetto agli oggetti della cultura e storia popolare del sud Salento.
La call ha come fine il recupero, salvaguardia, valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale materiale e immateriale ed è coerente con i principi della Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003 e della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (Faro 2005).
Considerando la realtà aperta, partecipata e condivisa di Liquilab dal 2008 ad oggi, la stessa strategia si intende portare avanti con il “Museo Etnografico della Vita Popolare”, caratterizzato da oggetti della memoria delle comunità del sud Salento dalla fine dell’Ottocento al secondo dopoguerra. Si tratta di testimonianze materiali della civiltà contadina, marinara e di antichi mestieri che tendono ormai a scomparire perdendone la storia e l’originaria funzionalità.
Nel corso degli anni, Liquilab è divenuta un riferimento importante per le comunità del sud Salento, tant’è che numerosi cittadini hanno donato, oltre alle testimonianze orali, alcuni oggetti materiali della cultura popolare.
Una Collezione del Museo è stata dichiarata di interesse culturale dal Segretariato Regionale per la Puglia del Ministero della Cultura ai sensi del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, notificato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce.
Sono stati invitati cittadini ed esperti a RACCONTARE, con un documento video o audio di 4-5 minuti, un oggetto significativo appartenente al sud Salento nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e gli anni sessanta, allegando anche la fotografia dell’oggetto stesso.
I documenti selezionati costituiscono materiale multimediale di corredo per le audioguide del “Museo Etnografico della Vita Popolare” che verranno fruite sia in loco presso il Museo sia su “izi.TRAVEL”, piattaforma on line di storytelling, punto di riferimento turistico, hub dinamico di contenuti culturali, artistici, museali, valorizzando così i soggetti, le storie e gli oggetti del sud Salento.
Una parte del lavoro è oggetto di tesi del Master EmaBeC – Master in Gestione e Marketing dei Beni Culturale e UNESCO dell’Università di Palermo.
All’iniziativa aderiscono: – l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, – la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Brindisi e Lecce, – la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia.
Media Partner: Mondoradio Tuttifrutti.
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