Nella società contemporanea esistono ancora artigiani che svolgono il proprio lavoro nelle puteche? Come si è evoluta a fatica nelle puteche del basso Salento dal secondo dopoguerra ad oggi? Com’è avvenuta l’integrazione di vita e di lavoro degli emigrati salentini degli anni ‘60’-’70, soprattutto verso il Nord Italia, la Svizzera e la Germania? Le rimesse e i ritorni degli emigrati hanno veicolato o meno delle trasformazioni nel processo lavorativo meridionale?
Questi interrogativi hanno rappresentato il cuore della ricerca sociologica nella comunità del basso Salento, giungendo alla realizzazione di un video-documento che presenta l’intreccio di quattro storie di vita: Mesciu Luigi Minerva, Mesciu Riccardo Marra, Mesciu Francesco Sabato, Mesciu Luciano Grimaldi.
I quattro testimoni privilegiati tutt’oggi lavorano all’interno delle rispettive puteche, dove regnano i tipici rumori, suoni, odori, che contraddistinguono un determinato lavoro dall’altro; nelle puteche regna l’ordine nel disordine e oggi si contano sulla punta delle dita così come è diventata sempre più rara la presenza di mesci che lavorano con le proprie mani o che impiegano semplici attrezzi evitando la produzione in serie dell’universo industriale.
Le antiche botteghe si contano sulla punta delle dita nonostante in esse si esercitino lavori di primaria importanza come calzolai, fornai, sarti, barbieri, fabbri, falegnami, ecc.... che cosa dovesse succedere se le ultime botteghe rimaste chiudessero i battenti?
Che mondo si nasconde dentro le botteghe che ogni giorno siamo abituati a vedere superficialmente ma non ad osservare con scrupolosità?
Il video-documento, oltre a raccogliere le quattro storie di vita e di fatica, intende accrescere la valorizzazione dei luoghi di memoria e a innescare possibili percorsi di identità e di incontro tra le generazioni.